domenica 30 novembre 2014

Superstizione



La Lontananza mi ha sempre portato Sfortuna
" un po' come le sabbie mobili ... senza scampo fin dall'inizio"



"Per me il presente è l'eternità
e l'eternità è sempre in movimento,scorre,si dissolve.
Questo attimo è vita.
E quando passa,muore.
Ma non si può ricominciare ad ogni nuovo attimo,
ci si deve basare su quelli già morti.
E' un po come le sabbie mobili...
senza scampo fin dall'inizio.
Un racconto,un quadro,possono far rivivere un poco la sensazione,
ma mai abbastanza,mai abbastanza."

Sylvia Plath

sabato 29 novembre 2014

INCANTESIMO

A te
Che hai erroneamente sottovalutato la generosità e l'intensità di ogni mio gesto
A te
Che viaggi per Luoghi e Anime senza che Nulla realmente ti attraversi e concimi il tuo Spirito
A te
Che confondi e mescoli con leggerezza le carezze e gli sguardi

Per il Potere infinito della Parola
Pensata Scritta e Pronunciata
Per la Forza dell' Immaginazione orientata da Principi Immateriali

Questa sera quando sarai a Quel Concerto e sarai in preda a insopportabili crampi addominali e un incontenibile attacco di dissenteria sarà l'Unica Cosa che riuscirai a Percepire ...

Non pensare che sia colpa degli Sbalzi di Temperatura ...

martedì 25 novembre 2014

ACCIDIA: I momenti d'ozio sono intervalli di lucidità nei disordini della vita. (Ambrose Bierce)

Alla ricerca di una mediazione stabile tra Terra e Cielo
 

Pascal diceva "Ho scoperto che tutta l'infelicità degli uomini deriva da una sola causa, dal non saper starsene in pace, in una camera".

 L'inquietudine degli  ultimi giorni
I respiri che sento sempre più corti
I pensieri confusi che si sfidano all'ultimo sangue
Il  desiderio di scappare
La forza dell'indugiare
L' urgenza di trovare un posto morbido e facile 
Dove addormentarsi
 Dove abbandonarsi 
a occhi chiusi.

Voglio davvero poter spegnere la luce 
e sognare la Pace del mio cuore
 


domenica 23 novembre 2014

giovedì 20 novembre 2014

Simulacri

Mancano tre o quattro ore alla fine di questa giornata. Se mi addormento presto  finisce anche prima.
Sono arrivata in ritardo ovunque oggi. Non riesco più ad alzarmi al mattino. Suona la sveglia e la ripunto ... dopo cinque minuti, dopo dieci, dopo altri dieci. Arrivo in ritardo sotto la doccia. In ritardo il caffè. Di corsa la strada. Nemmeno il giusto tempo per gustare la nebbia, per passarci attraverso, per fermarmi a fotografarla ... Era incredibilmente seducente la nebbia di stamattina.
In ritardo la prima ora. Pessimo umore. Solo un infinito desiderio di guardare fuori dalla finestra.
Più tardi passo da casa e sono in ritardo e manco un incontro importante.
Un appuntamento alle 1530. Parto da casa un'ora prima, dovrebbe bastare ... ma mi perdo, qualcosa da leggere, pensieri da ascoltare.
E' di nuovo tardi.
Scendo e sono prigioniera.
Il cancello automatico non si apre. In nessun modo.
Chiedo aiuto ma a quest'ora nessuno risponde. Rammento un modo, una cosa che ho visto fare una sola volta. Il cancello si apre inserendo la chiave in un antro segreto, tirando con forza  ... una forza che non ho. Dopo uno sforzo sovrumano mi libero e parto.
E' tardissimo non ce la farò mai.
Attraverso la città, tento una comunicazione empatica con il navigatore che non è nemmeno mio ... l'ho rubato a Lui. Mi dice che arriverò con solo dieci minuti di ritardo ma non mi fido (è antipatico e mentitore come Lui) e un po' mi convinco che forse non è così drammatico come sembra.
Entro in Area C e non so se posso farlo davvero ...  GPL sì, GPL no...
Capito anche su qualche corsia preferenziale. Sorpassi a destra, a sinistra, in mezzo.
Il mal di pancia che cresce.
Sono quasi arrivata e riprendo a stento a respirare ... sbaglio una rotonda e taglio la strada al tram ... per un soffio non succede nulla. Devo parcheggiare e non so dove. Righe gialle Multa sicura ma non ho alternativa. Sono arrivata. Venti minuti di ritardo. Il cuore a mille e ...  inizio a piangere come una bambina: lo sapevo che sarebbe finita così. Come ogni volta in cui ho bisogno di sembrare Normale.
Per fortuna l'appuntamento erano due occhi profondi e caldi e una voce soave che mi cullano l'anima. E' quello che mi serve oggi. E' quello che mi serve sempre a dire il vero.
Poi Tutto finisce. Penso che ho il Tempo per tornare con calma e sentire la città.
Niente Multa.
Ho perso il conto degli incidenti che ho rischiato oggi.
Sono quasi arrivata ed è l'ora del tramonto.
Anche questa sera c'è un cielo splendido. Infinitamente Incantevole. Continuo a sorprendermi  del cielo degli ultimi mesi.
Ogni giorno. Ogni mattina. Ogni sera.

E il mio dito tagliato continua a sanguinare.

Per apprezzare ancora meglio le tinte rosse e blu dell'alba di oggi

https://www.youtube.com/watch?v=ZQ6ptvMJ3kg#t=214





L' Eclisse Di Me


Mentre camminavo ho fotografato la mia Ombra a un incrocio lievemente illuminato.
Passavano alcune auto decise. Non quanto quelle di Milano.
Passanti pochi.
I pedoni in questa città non corrono verso una direzione. Se ci sono se ne stanno immobili davanti a qualche bar a chiacchierare.
Da alcune settimane i miei  mercoledì sono densi di solitudine.
Un interminabile  intervallo sospeso tra il giorno prima e quello che verrà.
Un sovrumano salto tra una dolce carezza e una porta sbattuta in faccia.

Ci sono Film che non voglio più vedere. 

Sensazioni che la mia anima conosce talmente bene da sentirne l'odore ancora prima che dicano una sola parola.
Suggerisco  alla mia Ombra di cambiare strada. Di non avere paura di traghettare nel Fiume del Silenzio.

Ci sono Parole che non posso più dire.
Ci sono Parole che non voglio più immaginare.

Spegnerò la Luce per Immergermi nella Malinconia. Per giocare a scacchi con le allucinazioni che ho disegnato con le mie dita Livide. E vediamo chi vince.

Ogni volta che mi faccio male è un presagio:
un dito rotto per un passo falso
un altro tagliato per la fretta di andare avanti.

Mi arrendo all'Immobilità e confido che sia  gentile con me.
Ho un computer pieno di virus che non so curare.
Una mappa di memorie smarrite che non so riesumare.
Una valigia gonfia di paure che non so conservare.
Un solo Desiderio che non riesce a volare.

domenica 16 novembre 2014

Respiri Rarefatti




In questi giorni di infinite domande mi chiedo se anch’io sia mai stata insofferente alla stabilità.
Se mi sia mai capitato di farmi travolgere dalla ricerca di fresche insolite trasformazioni  per sfuggire alla noia della solidità. 
Cerco nella memoria delle mie braccia la percezione del desiderio di correre via. 
Non c'è.
Inseguo nei ricordi delle mie gambe le tracce delle mie tentate fughe.
E non ci sono.
Potrei guardare lo stesso volto per secoli e vederlo cambiare di attimo in attimo. E non annoiarmi mai. 
Vedrei in ogni tratto il riflesso dell'Universo che muta inarrestabilmente. 
Potrei seguire su ogni ruga la strada che porta verso l'Infinito e specchiarmi nella Luce che illumina le diverse ore del giorno, il diverso tempo di una vita irripetibilmente sconosciuta.
Chi sei oggi è altro da ieri. Qualcosa in più, qualcosa di perso, inesauribili riforme che voglio attraversare totalmente.

La stabilità non esiste. E' soltanto la copertina opaca di un quaderno di Viaggio. Un fermo immagine innaturale a metà di un film. Un vestito caldo che ti protegge dalla Paura dell'inverno. Ancora prima che arrivi.
Aspetto il mio inverno a gambe nude, con gli abiti più leggeri che posso. Voglio sentire le lusinghe del gelo sulla pelle, farmi attraversare dalle correnti crude.
Aspetto il mio inverno tra un respiro e un sospiro tra la noia e l'oblio tra un sorriso e un bacio pieno di meravigliosa monotonia.

L' Incessante Impermanenza



"La verità è che la verità cambia."
- Friedrich Nietzsche




venerdì 14 novembre 2014

Fuori Fuoco






Una volta ci piacevano i Depeche Mode

Alla fine di questo giorno amo il rumore della pioggia
Il suo ripetuto scivolare 
L'insistente martellare di un'idea innocente
Il gelido mormorare di antiche dottrine
L'impressione di un empireo secondo sugli angoli della mia bocca
All'insù

Un' esigua missione per ogni stagione
Accogliere il freddo un poco per volta 
Trovare angoli tiepidi in cui strofinare il naso
Conservare morbide le mani
Fare pace con la quotidiana nostalgia 
Riempire il letto di carezze nutrienti
Chiudere fuori le domande sgarbate 
E le memorie che si dimenano sotto le coperte
E lasciarle morire di freddo
In una stanza buia 
Fuori Fuoco


martedì 11 novembre 2014

1111 "Ore che lente e inesorabili attraversano il silenzio del mio cielo per poi nascondersi ad un tratto dietro nuvole che straziano il sereno"

                                                   https://www.youtube.com/watch?v=fxBf7otLstw





Ho fatto un Sogno. Non so bene che luogo fosse. Non c'era nemmeno un Tempo definito.
Parlavamo.
Sentivo chiaramente la tua Voce che conosco così bene da millenni. Mi chiamavi. Dolcemente.
Due Parole.
Non speravo che avrei risentito quelle Note in questa vita.
Il mio Cuore benedice ogni Eco di Te. L'onda pervasiva di quella  melodia dentro di Me.
La mia Anima ringrazia per le vibrazioni  soavi della Tua Essenza.
Il Mio Spirito comprende la necessità di ogni goccia caduta, di ogni tormento scagliato sulla punta della Mia Fragilità.
Ogni parte di Me ritrova ogni minuto che scorre la coscienza di averti incontrato infinite volte ancora.





venerdì 7 novembre 2014

Perchè di EVIDENTE non esiste NULLA


Alcune cose proprio non le sopporto. La prima che mi viene in mente... I mercatini di Natale...
e poi ci sono alcuni modi di dire... insopportabili...EVIDENTEMENTE - PRATICAMENTE-IN POCHE PAROLE anche nella variante IN PAROLE POVERE. CIOE'.

Ho sempre pensato, forse con eccessivo ottimismo, che il "passato" fosse un trampolino di lancio verso un futuro migliore... a volte, un male necessario, per crescere, per evolversi.
Ho sempre pensato che quello che le storie passate ti lasciano addosso, fosse un abito prezioso, una ruga di cui essere orgogliosi, una tinta indelebile da mostrare a fior di pelle.
Oggi, al caldo di un anacronistico raggio di sole, ho sentito la mancanza di me, la nostalgia di quell'ingenuità che non ricordo, di un'autenticità che non riesco a ritrovare.
Cosa resta davvero di me dopo un bagno nel fango?
Non ho davvero più tempo per fare quello che non mi va.
Stasera ho solo voglia di leggerezza, di una passeggiata ai raggi di luna, di qualche chiacchiera cristallina, di una birra fruttata, di pane e salame, di castagne roventi tra le mani. Di chiudere gli occhi anche senza la risposta giusta.
Cosa resta davvero di me?

giovedì 6 novembre 2014

Un Raggio di Te






                                           Un'altra Luna Piena illumina e solletica la mia anima.
Mille cose amo di questi giorni
La vernice delle foglie
L'effluvio della pioggia che ha smarrito ogni memoria d'estate
La compagnia del Soffio Indolente che mi scompiglia i pensieri.
Il cielo graffiato, stregato.
Spiare l' Universo che si affaccia e si incornicia nelle pozzanghere. Lucenti.
Scoprire L'Universo. E tenerlo tra le mani.
Sentirne la mancanza e attenderne il ritorno.
Sentire che ha una Pelle Limpida e Morbida e Cristallina
Che se ci guardo attraverso
Appare un Raggio di Te.

mercoledì 5 novembre 2014

Per questo credo che mi concederò dello zucchero per tre o quattro giorni ancora

 

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=ACDDkmsXGao

"I sentimenti dolorosi e le emozioni più pungenti, sono quelli assurdi : l’ansia di cose impossibili, proprio perché sono impossibili, la nostalgia di ciò che non c’è mai stato, il desiderio di ciò che potrebbe essere stato, la pena di non essere un altro, l’insoddisfazione per l’esistenza del mondo.
Tutti questi mezzi toni della coscienza dell’anima creano in noi un paesaggio dolorante,. un eterno tramonto di ciò che siamo.
Il sentirci è allora un campo deserto che imbrunisce, triste di giunchi accanto a un fiume senza imbarcazioni, nereggiando chiaramente fra rive lontane.
Non so se questi sentimenti sono una follia lenta dello sconforto, se sono reminiscenze di un altro mondo che abbiamo conosciuto: reminiscenze incrociate e mescolate come cose viste in sogno, assurde nell’immagine che vediamo ma non all’origine, se la conoscessimo.
Non so se sono esistiti altri esseri che noi siamo stati, la cui maggior completezza sentiamo oggi nell’ombra loro che noi siamo, in un modo incompleto: perduta la loro solidità e immaginandola appena nelle due dimensioni dell’ombra che viviamo.
So che questi pensieri dell’emozione addolorano rabbiosamente l’anima.
L’impossibilità per noi di figurarci un qualcosa a cui corrispondano, l’impossibilità di trovare un qualcosa di sostitutivo alla visione che esse abbracciano: tutto ciò pesa come una condanna assegnata non si sa dove o da chi o perchè.
Ma ciò che resta del sentire tutto questo è sicuramente una pena della vita e di ogni suo gesto, una stanchezza anticipata dei desideri e di ogni loro maniera, una pena anonima di ogni sentimento.
In questi momenti di sottile dolore è impossibile, perfino in sogno, essere amante, essere eroe, essere felice: tutto è vuoto, perfino nell’idea di esserlo.
Tutto è detto in altro linguaggio a noi incomprensibile, semplici suoni di sillabe senza forma nell’intelletto.
La vita è vuota, l’anima è vuota, il mondo è vuoto. Tutti gli dei muoiono di una morte più grande della morte tutto è più vuoto del vuoto. Tutto è un caos di cosa nessuna
Se penso questo e guardo per vedere se la realtà mi disseta, vedo case inespressive, visi inespressivi, gesti inespressivi. Pietre, corpi, idee: tutto è morto.
Tutti i movimenti sono fermi, la stasi è tutti loro.
Nulla mi dice nulla. Nulla mi è conosciuto, non per la sua stranezza ma perché non so cosa sia.
Il mondo si è perduto.
E in fondo alla mia anima (unica realtà di questo momento) c’è una pena intensa e invisibile, una tristezza simile al rumore di qualcuno che piange nel buio di una stanza."

Da “Il libro dell’inquietudine” - F. Pessoa