giovedì 20 novembre 2014

Simulacri

Mancano tre o quattro ore alla fine di questa giornata. Se mi addormento presto  finisce anche prima.
Sono arrivata in ritardo ovunque oggi. Non riesco più ad alzarmi al mattino. Suona la sveglia e la ripunto ... dopo cinque minuti, dopo dieci, dopo altri dieci. Arrivo in ritardo sotto la doccia. In ritardo il caffè. Di corsa la strada. Nemmeno il giusto tempo per gustare la nebbia, per passarci attraverso, per fermarmi a fotografarla ... Era incredibilmente seducente la nebbia di stamattina.
In ritardo la prima ora. Pessimo umore. Solo un infinito desiderio di guardare fuori dalla finestra.
Più tardi passo da casa e sono in ritardo e manco un incontro importante.
Un appuntamento alle 1530. Parto da casa un'ora prima, dovrebbe bastare ... ma mi perdo, qualcosa da leggere, pensieri da ascoltare.
E' di nuovo tardi.
Scendo e sono prigioniera.
Il cancello automatico non si apre. In nessun modo.
Chiedo aiuto ma a quest'ora nessuno risponde. Rammento un modo, una cosa che ho visto fare una sola volta. Il cancello si apre inserendo la chiave in un antro segreto, tirando con forza  ... una forza che non ho. Dopo uno sforzo sovrumano mi libero e parto.
E' tardissimo non ce la farò mai.
Attraverso la città, tento una comunicazione empatica con il navigatore che non è nemmeno mio ... l'ho rubato a Lui. Mi dice che arriverò con solo dieci minuti di ritardo ma non mi fido (è antipatico e mentitore come Lui) e un po' mi convinco che forse non è così drammatico come sembra.
Entro in Area C e non so se posso farlo davvero ...  GPL sì, GPL no...
Capito anche su qualche corsia preferenziale. Sorpassi a destra, a sinistra, in mezzo.
Il mal di pancia che cresce.
Sono quasi arrivata e riprendo a stento a respirare ... sbaglio una rotonda e taglio la strada al tram ... per un soffio non succede nulla. Devo parcheggiare e non so dove. Righe gialle Multa sicura ma non ho alternativa. Sono arrivata. Venti minuti di ritardo. Il cuore a mille e ...  inizio a piangere come una bambina: lo sapevo che sarebbe finita così. Come ogni volta in cui ho bisogno di sembrare Normale.
Per fortuna l'appuntamento erano due occhi profondi e caldi e una voce soave che mi cullano l'anima. E' quello che mi serve oggi. E' quello che mi serve sempre a dire il vero.
Poi Tutto finisce. Penso che ho il Tempo per tornare con calma e sentire la città.
Niente Multa.
Ho perso il conto degli incidenti che ho rischiato oggi.
Sono quasi arrivata ed è l'ora del tramonto.
Anche questa sera c'è un cielo splendido. Infinitamente Incantevole. Continuo a sorprendermi  del cielo degli ultimi mesi.
Ogni giorno. Ogni mattina. Ogni sera.

E il mio dito tagliato continua a sanguinare.

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