martedì 6 maggio 2014

Invisibile




Invisibile

Un tempo amavo soltanto le parole. La loro armonia, la musicalità al di là del significato. La poesia disegnata tra le lettere. I toni bassi. 
Profondi.
Un tempo dopo ho amato  le immagini,  quello che raccontano in silenzio. I riflessi di luci e ombre. A volte i colori. La rima nelle sfumature fluttuanti.
 Profonde.
Oggi mi sono innamorata dell’invisibile. Della lirica di ciò che non si può né vedere né toccare.
Con gli occhi, con le mani.  
Di quel componimento che è scritto nell’aria e nell’aria si diffonde, si perde e resta inciso in un dove così vicino da sembrare dentro.
Invisibile quello che hai detto. Invisibile quello che non hai detto.
Invisibile tutto quello che ho pensato.
Carme antico, aulico, sospeso nel tempo che non ho, nel tempo che vorrei spostare di un millimetro più in là. Ma non so da che parte.
Più in là. Al centro del bilico.
O all’estremità.
Per cadere nell’invisibile.

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