Invisibile
Un tempo amavo soltanto le parole. La loro armonia, la
musicalità al di là del significato. La poesia disegnata tra le lettere. I toni
bassi.
Profondi.
Un tempo dopo ho amato le immagini,
quello che raccontano in silenzio. I riflessi di luci e ombre. A volte i
colori. La rima nelle sfumature fluttuanti.
Profonde.
Oggi mi sono innamorata dell’invisibile. Della lirica di ciò
che non si può né vedere né toccare.
Con gli occhi, con le mani.
Di quel componimento che è scritto nell’aria e nell’aria si
diffonde, si perde e resta inciso in un dove così vicino da sembrare dentro.
Invisibile quello che hai detto. Invisibile quello che non
hai detto.
Invisibile tutto quello che ho pensato.
Carme antico, aulico, sospeso nel tempo che non ho, nel
tempo che vorrei spostare di un millimetro più in là. Ma non so da che parte.
Più in là. Al centro del bilico.
O all’estremità.
Per cadere nell’invisibile.
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